Come anticipato, di seguito la seconda parte dell’intervista fatta a Sofia Meneghini, 3A ambassador.
Dopo aver parlato del fatto che in Italia le calciatrici non siano riconosciute come professioniste, a differenza degli uomini, conosciamo meglio Sofia: come è nata la sua passione e come l’ha portata avanti fino ad oggi.

 

Hai un modello di giocatrice al quale ti ispiri?

A questa domanda ho sempre risposto con difficoltà, non ho un idolo preciso a cui mi ispiro o mi sono mai ispirata. Cerco sempre di prendere da tutti qualcosa, quando guardo le partite in TV, quando guardo le partite dalla panchina e quando mi alleno con le compagne.
Le ragazze della nazionale, Gama, Linari, Salvai, sono le giocatrici più che si avvicinano alla mia “giocatrice ideale”. 

Parliamo del tuo passato, a quanti anni hai iniziato a giocare e dove?

Ho iniziato a giocare in terza elementare, prima del calcio ho provato tanti sport poi finalmente ho trovato quello giusto! Il Montorio è la prima società in cui ho giocato e in cui sono cresciuta. Quando non ho più potuto giocare con i maschi ho iniziato a giocare a Costermano ne “L’Arcobaleno Bardolino”, una delle pochissime realtà di settore giovanile femminile a Verona. 

Cosa ti ha spinto a scegliere il calcio?

Non ho “scelto” il calcio. Da piccola mi divertivo sempre e solo con giochi in cui mi dovevo muovere e i bambini giocavano sempre a pallone. Una bambina “sceglie” di giocare esattamente come lo sceglie un bambino, è una cosa normale. 

Come conciliavi gli impegni scolastici con gli allenamenti?

L’ultimo anno di liceo è stato quello più difficile. Ci allenavamo a metà pomeriggio di conseguenza non tornavo mai a casa, uscivo alle 7 e tornavo alle 19. Nonostante le settimane molto piene non mi è mai pesato più di tanto, le soddisfazioni arrivavano, quindi i sacrifici venivano ripagati. Le ore di studio erano poche quindi dovevo organizzare il mio tempo nel migliore dei modi, le mie compagne di classe sono state fondamentali perché mi hanno sempre aiutato e sostenuto. Quando si è in difficoltà è buona cosa circondarsi di persone che ti vogliono bene